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FORXIGA*28CPR RIV 10MG

FORXIGA*28CPR RIV 10MG

ASTRAZENECA SpA
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AVVERTENZE
Danno renale. L'efficacia glicemica di dapagliflozin dipende dalla funzione renale, e l'efficacia e' ridotta in pazienti che hanno un dannorenale moderato ed e' praticamente assente in pazienti con un danno renale grave. In soggetti con danno renale moderato (GFR < 60 mL/min/),una maggiore proporzione di soggetti trattati con dapagliflozin ha avuto reazioni avverse di aumento di creatinina, fosforo, ormone paratiroideo (PTH) e ipotensione, rispetto al placebo. Il medicinale non deveessere iniziato in pazienti con GFR < 60 mL/min e deve essere interrotto a livelli di GFR persistentemente minori di 45 mL/min. Il farmaco non e' stato studiato nel danno renale grave (GRF < 30 mL/min) o nellamalattia renale allo stadio terminale (ESRD, end stage renal disease).Il monitoraggio della funzione renale e' raccomandato come segue: prima di iniziare dapagliflozin e almeno una volta all'anno successivamente. Prima di iniziare medicinali concomitanti che possono ridurre la funzione renale e poi periodicamente. Per una funzione renale con GFR <60 mL/min, almeno da 2 a 4 volte all'anno. Compromissione epatica. C'e' un'esperienza limitata in studi clinici in pazienti con compromissione epatica. L'esposizione a dapagliflozin e' aumentata in pazienti con compromissione epatica grave. Uso nei pazienti a rischio di deplezione di volume, e/o ipotensione. Grazie al suo meccanismo d'azione, dapagliflozin aumenta la diuresi che puo' portare ad una modesta riduzionedella pressione sanguigna osservata negli studi clinici. Quest'ultimapuo' essere piu' pronunciata in pazienti con concentrazioni molto elevate di glucosio nel sangue. Deve essere usata cautela nei pazienti per i quali un calo della pressione sanguigna indotto da dapagliflozin puo' rappresentare un rischio, come pazienti in terapia antipertensivacon una storia di ipotensione o pazienti anziani. In caso di condizioni intercorrenti che possono portare a deplezione di volume (ad esempiomalattie gastrointestinali), e' raccomandato un attento monitoraggiodello stato di volume (ad esempio visita medica, misurazioni della pressione sanguigna, esami di laboratorio che includono l'ematocrito e degli elettroliti). E' raccomandata la temporanea interruzione del trattamento con dapagliflozin per i pazienti che sviluppano deplezione di volume finche' la deplezione non viene corretta. Chetoacidosi Diabetica. Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2)devono essere usati con cautela nei pazienti con aumentato rischio diCAD. I pazienti che possono essere a piu' alto rischio di CAD comprendono pazienti con una bassa riserva funzionale delle beta cellule (ad es. pazienti con diabete di tipo 1, pazienti con diabete di tipo 2 conpeptide C basso o diabete autoimmune latente dell'adulto (LADA, latentautoimmune diabetes in adults ) oppure pazienti con storia di pancreatite), pazienti con condizioni che comportano una ridotta assunzione di cibo o una severa disidratazione, pazienti per i quali le dosi di insulina sono ridotte e pazienti con un aumentato fabbisogno insulinicoa causa di patologia acuta, intervento chirurgico o abuso di alcool. Il rischio di chetoacidosi diabetica deve essere considerato in caso disintomi non specifici come nausea, vomito, anoressia, dolore addominale, sete eccessiva, difficolta' a respirare, confusione, insolita fatica o sonnolenza. Se si verificano questi sintomi, i pazienti devono essere valutati immediatamente per la chetoacidosi, indipendentemente dai livelli ematici di glucosio. Prima di iniziare il trattamento con dapagliflozin, devono essere presi in considerazione i fattori nell'anamnesi del paziente che possano predisporre alla chetoacidosi. Il trattamento deve essere interrotto nei pazienti ricoverati in ospedale per procedure chirurgiche maggiori o malattie gravi in fase acuta. In questi pazienti e' raccomandato il monitoraggio dei chetoni. La misurazionedei livelli di chetoni nel sangue e' privilegiata rispetto a quella nelle urine. Il trattamento con dapagliflozin puo' essere ripreso quando i valori dei chetoni sono normali e le condizioni del paziente si sono stabilizzate. Diabete mellito di tipo 2. Sono stati riportati raricasi, inclusi casi potenzialmente letali e fatali, di CAD in pazientiin trattamento con inibitori SGLT2, incluso dapagliflozin. In un certonumero di segnalazioni, la condizione clinica si e' presentata in maniera atipica, con solo un moderato aumento dei livelli ematici di glucosio, inferiori a 14 mmol/L (250 mg/dL). Nei pazienti in cui si sospetta o viene diagnosticata la CAD, il trattamento con dapagliflozin deveessere interrotto immediatamente. La ripresa del trattamento con inibitori di SGLT2 in pazienti con precedente CAD non e' raccomandata, a meno che non sia stato identificato un altro fattore scatenante e questo sia stato risolto. Diabete mellito di tipo 1. Negli studi sul diabete mellito di tipo 1 con dapagliflozin, la CAD e' stata riportata con una frequenza comune. Dapagliflozin 10 mg non deve essere utilizzato per il trattamento in pazienti con diabete di tipo 1. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier). Successivamente all'immissionein commercio sono stati segnalati casi di fascite necrotizzante del perineo (nota anche come gangrena di Fournier) in pazienti di sesso femminile e maschile trattati con inibitori del SGLT2. Si tratta di un evento raro ma grave e potenzialmente letale che richiede interventi chirurgici e terapie antibiotiche urgenti. I pazienti devono essere invitati a contattare il medico se manifestano una combinazione di sintomidi dolore, dolorabilita', eritema o tumefazione nella zona genitale operineale, in associazione a febbre o malessere. Va ricordato che la fascite necrotizzante puo' essere preceduta da un'infezione urogenitaleo un ascesso perineale. Qualora si sospetti la gangrena di Fournier,e' opportuno interrompere il medicinale e avviare un trattamento immediato (comprendente antibiotici e rimozione chirurgica dei tessuti). Infezioni delle vie urinarie. L'escrezione urinaria di glucosio puo' essere associata ad un aumentato rischio di infezione delle vie urinarie;pertanto, si deve considerare la temporanea interruzione di dapagliflozin durante il trattamento della pielonefrite o della sepsi urinaria.Anziani (>= 65anni). I pazienti anziani possono essere maggiormente arischio di deplezione di volume e hanno piu' probabilita' di essere trattati con diuretici. I pazienti anziani hanno piu' probabilita' di avere una funzione renale ridotta e/o di essere trattati con medicinaliantipertensivi che possono causare modifiche della funzione renale come gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina I (ACE,angiotensin converting enzyme ) ed i bloccanti del recettore dell'angiotensina II tipo 1 (ARB, angiotensin receptor blockers ).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Farmaci usati nel diabete, inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2).
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
DENOMINAZIONE
FORXIGA 10 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina (E460i), lattosio,crospovidone (E1202), silicio biossido (E551), magnesio stearato (E470b). Film di rivestimento: alcool polivinilico (E1203), titanio biossido (E171), Macrogol 3350, talco (E553b), ferro ossido giallo (E172).
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza. Diabete mellito di tipo 2. Negli studi clinici nel diabete di tipo 2, piu' di 15,000 pazienti sono statitrattati con dapagliflozin. La valutazione primaria di sicurezza e tollerabilita' e' stata condotta in un'analisi aggregata predefinita di13 studi a breve termine (fino a 24 settimane) controllati con placebo, con 2.360 soggetti trattati con dapagliflozin 10 mg e 2.295 trattaticon placebo. Nello studio di dapagliflozin sugli esiti cardiovascolari (vedere paragrafo 5.1), 8.574 pazienti hanno ricevuto dapagliflozin10 mg e 8.569 hanno ricevuto placebo per un tempo medio di esposizionedi 48 mesi. In totale, ci sono stati 30.623 pazienti- anno di esposizione a dapagliflozin. Le reazioni avverse piu' frequentemente segnalate attraverso gli studi clinici sono state le infezioni genitali. Le seguenti reazioni avverse sono state identificate in studi clinici controllati con placebo e sorveglianza post-marketing. Nessuna e' risultatacorrelata alla dose. Le reazioni avverse elencate di seguito sono classificate secondo la frequenza e la classificazione per sistemi e organi (SOC). Le categorie di frequenza sono definite in base alla seguente convenzione: molto comune (>= 1/10), comune (>= 1/100, < 1/10), noncomune (>= 1/1.000, < 1/100), raro (>= 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000), e non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Reazioni avverse osservate in studi clinici controllati con placebo e nell'esperienza post-marketing. Infezioni ed infestazioni. Comune: vulvovaginite, balanite e infezioni genitali correlate, infezione delle vie urinarie; non comune: infezione fungina; molto raro: fascite necrotizzante del perineo (gangrena di fournier). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: ipoglicemia (quando usato con su o insulina); non comune: deplezione di volume, sete; raro: chetoacidosi diabetica. Patologie del sistema nervoso.Comune: capogiri. Patologie gastrointestinali. Non comune: stipsi, bocca secca. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: eruzione cutanea. Molto raro: angioedema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: mal di schiena. Patologierenali e urinarie. Comune: disuria, poliuria; non comune: nicturia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Non comune: prurito vulvovaginale, prurito genitale. Esami diagnostici. Comune: aumentodell'ematocrito, riduzione della clearance renale della creatinina durante il trattamento iniziale, dislipidemia; non comune: aumento del livello ematico di creatinina durante il trattamento iniziale, aumentodel livello ematico di urea, riduzione del peso corporeo. Descrizionedelle reazioni avverse selezionate. Studi clinici nel diabete mellitodi tipo 2. Vulvovaginite, balanite ed infezioni genitali correlate Nelpool dei 13 studi di sicurezza aggregati, vulvovaginiti, balaniti edinfezioni genitali correlate sono state riportate nel 5.5% e nello 0.6% dei soggetti che hanno ricevuto dapagliflozin 10 mg e placebo, rispettivamente. La maggior parte delle infezioni sono state da lievi a moderate, e i soggetti hanno risposto ad un iniziale ciclo di trattamentoe raramente si sono risolte con l'interruzione dal trattamento di dapagliflozin. Queste infezioni sono state piu' frequenti nelle donne (8.4% e 1.2% per dapagliflozin e placebo, rispettivamente), e i soggetticon una storia pregressa avevano piu' probabilita' di avere un'infezione ricorrente. Nello studio degli esiti cardiovascolari di dapagliflozin, il numero di pazienti con eventi avversi seri di infezioni genitali sono stati pochi e bilanciati: 2 pazienti in ciascun gruppo di dapagliflozin e placebo. Fascite necrotizzante del perineo (gangrena di Fournier) Successivamente all'immissione in commercio, sono stati segnalati casi di gangrena di Fournier in pazienti trattati con inibitori delSGLT2, incluso dapagliflozin. Nello studio degli esiti cardiovascolari di dapagliflozin con 17.160 pazienti con diabete mellito di tipo 2 eun tempo di esposizione mediana di 48 mesi, sono stati riportati un totale di 6 casi di gangrena di Fournier, uno nel gruppo trattato con dapagliflozin e 5 nel gruppo con placebo Ipoglicemia La frequenza di ipoglicemia dipendeva dal tipo di terapia di base impiegata nel singolostudio clinico. Negli studi di dapagliflozin in monoterapia, come associazione aggiuntiva a metformina o come associazione aggiuntiva a sitagliptin (con o senza metformina), la frequenza degli episodi minori diipoglicemia e' stata simile (< 5%) tra i gruppi di trattamento, compreso il placebo fino a 102 settimane di trattamento. In tutti gli studi, gli eventi maggiori di ipoglicemia sono stati non comuni e comparabili tra i gruppi trattati con dapagliflozin o placebo. Studi sulle terapie aggiuntive con sulfanilurea e insulina hanno riscontrato tassi piu' alti di ipoglicemia. In uno studio di associazione aggiuntiva alla glimepiride, alle settimane 24 e 48 sono stati segnalati episodi minoridi ipoglicemia piu' frequentemente nel gruppo trattato con dapagliflozin 10 mg piu' glimepiride (6,0% e 7,9%, rispettivamente), rispetto algruppo trattato con placebo piu' glimepiride (2,1% e 2,1%, rispettivamente). In uno studio di associazione aggiuntiva all'insulina, sono stati segnalati episodi di ipoglicemia maggiore nello 0,5% e 1,0% dei soggetti trattati con dapagliflozin 10 mg piu' insulina rispettivamentealle settimane 24 e 104, e nello 0,5% dei soggetti del gruppo trattatocon placebo piu' insulina alle settimane 24 e 104. Sono stati segnalati episodi di ipoglicemia minore alle settimane 24 e 104, rispettivamente nel 40,3% e 53,1% dei soggetti che avevano ricevuto dapagliflozin10 mg piu' insulina e nel 34,0% e 41,6% dei soggetti che avevano ricevuto placebo piu' insulina. In uno studio di associazione aggiuntiva alla metformina e a una sulfanilurea fino a 24 settimane, non sono statisegnalati episodi di ipoglicemia maggiore. Episodi di ipoglicemia minore sono stati riportati nel 12,8% dei soggetti che avevano ricevuto dapagliflozin 10 mg piu' metformina e una sulfanilurea e nel 3,7% dei soggetti che avevano ricevuto placebo piu' metformina e una sulfanilurea. Nello studio degli esiti cardiovascolari di dapagliflozin, non e' stato osservato alcun aumento del rischio di ipoglicemia severa con terapia di dapagliflozin in confronto al placebo. Eventi di ipoglicemia severa sono stati riportati in 58 (0.7%) pazienti trattati con dapagliflozin e 83 (1.0%) pazienti trattati con placebo. Deplezione di volume.Nel pool dei 13 studi di sicurezza aggregati sono state segnalate reazioni indicative di deplezione di volume (inclusi casi di disidratazione, ipovolemia o ipotensione) nell'1,1% e nello 0,7% dei soggetti trattati rispettivamente con dapagliflozin 10 mg e placebo.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza. Non esistono dati relativi all'uso di dapagliflozin in donne in gravidanza. Studi su ratti hanno mostrato tossicita' durante lafase di sviluppo dei reni che corrisponde al secondo e al terzo trimestre di gravidanza nell'essere umano. Di conseguenza, l'uso di dapagliflozin non e' raccomandato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza. Quando la gravidanza e' accertata, il trattamento con dapagliflozin deve essere interrotto. Allattamento. Non e' noto se dapagliflozin e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. I dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l'escrezione di dapagliflozin/metaboliti nel latte, nonche' effetti farmacologicamente mediati nella progenie allattata. Il rischio per i neonati/lattanti non puo' essere escluso. Dapagliflozin non deve essere usato durante l'allattamento. Fertilita'. L'effetto di dapagliflozin sullafertilita' non e' stato studiato nell'uomo. In ratti maschi e femmine, dapagliflozin non ha mostrato effetti sulla fertilita' a qualsiasi dose testata.
INDICAZIONI
Il medicinale e' indicato in pazienti adulti, non adeguatamente controllati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 in aggiunta alla dieta e all'esercizio in monoterapia quando l'impiego di metforminae' ritenuto inappropriato a causa di intolleranza; in aggiunta ad altri medicinali per il trattamento del diabete di tipo 2.
INTERAZIONI
Interazioni farmacodinamiche. Diuretici. Dapagliflozin puo' aumentarel'effetto diuretico dei diuretici tiazidici e dell'ansa e puo' incrementare il rischio di disidratazione e ipotensione. Insulina e medicinali secretagoghi dell'insulina. L'insulina e i medicinali secretagoghi dell'insulina, come le sulfaniluree, causano ipoglicemia. Pertanto, puo' essere richiesta una dose piu' bassa di insulina o di un medicinaleinsulino secretagogo per ridurre il rischio di ipoglicemia quando vengono utilizzati in associazione con dapagliflozin nei pazienti con diabete di tipo 2. Interazioni farmacocinetiche. Dapagliflozin viene metabolizzato principalmente attraverso la coniugazione con glucuronide mediata dalla UDP glucuronosiltransferasi 1A9 (UGT1A9). In studi in vitro, dapagliflozin non ha inibito ne' il citocromo P450 (CYP)1A2, CYP2A6,CYP2B6, CYP2C8, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, CYP3A4, ne' ha indotto il CYP1A2, CYP2B6 o CYP3A4. Pertanto, non ci si aspetta che dapagliflozin alteri la clearance metabolica di medicinali co-somministrati che sonometabolizzati da questi enzimi. Effetto di altri medicinali su dapagliflozin Studi di interazione condotti in soggetti sani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, suggeriscono che il profilo farmacocinetico di dapagliflozin non e' alterato da metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, voglibose, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan o simvastatina. In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con rifampicina (un induttore di diversi trasportatori attivi e di enzimi che metabolizzano medicinali) e' stata osservata una riduzione del 22% nell'esposizione sistemica di dapagliflozin (AUC), masenza alcun effetto clinicamente significativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Non e' atteso un effetto clinicamente rilevante con altri induttori (ad es. carbamazepina, fenitoina, fenobarbital). In seguito alla co-somministrazione di dapagliflozin con acido mefenamico (un inibitore del UGT1A9), e' stato osservato un incremento del 55% nell'esposizione sistemica di dapagliflozin, ma senza alcun effetto clinicamentesignificativo sull'escrezione urinaria di glucosio nelle 24 ore. Non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose. Effetto di dapagliflozin su altri medicinali. In studi di interazione condotti in soggetti sani, utilizzando principalmente un disegno a dose singola, dapagliflozin non ha alterato i profili farmacocinetici di metformina, pioglitazone, sitagliptin, glimepiride, idroclorotiazide, bumetanide, valsartan,digossina (un substrato della glicoproteina P, P-gp) o warfarin (S-warfarin, un substrato del CYP2C9) ne' gli effetti anticoagulanti di warfarin misurati attraverso l'INR. L'associazione di una dose singola didapagliflozin 20 mg e simvastatina (un substrato del CYP3A4) ha determinato un aumento del 19% dell'AUC di simvastatina e un incremento del31% dell'AUC di simvastatina acida. L'aumento delle esposizioni a simvastatina e simvastatina acida non e' considerato clinicamente rilevante. Interferenza con l'analisi del 1,5-anidro-glucitolo (1,5 AG). Il monitoraggio del controllo glicemico attraverso l'analisi del 1,5 AG none' raccomandato in quanto le misurazioni del 1,5 AG non sono attendibili nella valutazione del controllo glicemico nei pazienti che assumono inibitori del SGLT2. Si consiglia l'uso di metodi alternativi per monitorare il controllo glicemico. Popolazione pediatrica. Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti.
POSOLOGIA
Posologia. Diabete mellito di tipo 2. La dose raccomandata e' di 10 mgdi dapagliflozin una volta al giorno. Quando dapagliflozin e' utilizzato in associazione con insulina o un medicinale insulino secretagogo,come una sulfanilurea, per ridurre il rischio di ipoglicemia si puo'considerare la somministrazione di una dose piu' bassa di insulina o del medicinale insulino segretagogo. Popolazioni speciali. Danno renale. Il medicinale non deve essere iniziato in pazienti con velocita' difiltrazione glomerulare stimata [GFR] < 60 mL/min e deve essere interrotto a livelli di GFR persistentemente minori di 45 mL/min. Non e' richiesto alcun aggiustamento della dose in base alla funzione renale. Compromissione epatica. Non e' necessario alcun aggiustamento della dosein pazienti con compromissione epatica lieve o moderata. In pazienticon compromissione epatica grave, e' raccomandata una dose di partenzadi 5 mg. Se ben tollerata, la dose puo' essere aumentata a 10 mg. Anziani (>= 65 anni). In generale, non e' raccomandato alcun aggiustamento della dose in base all'eta'. La funzione renale e il rischio di deplezione di volume devono essere tenuti in considerazione. Popolazione pediatrica. La sicurezza e l'efficacia di dapagliflozin nei bambini dieta' compresa tra 0 e < 18 anni non sono state ancora stabilite. Non ci sono dati disponibili. Modo di somministrazione. Il medicinale puo'essere assunto per via orale una volta al giorno indipendentemente daipasti in ogni momento della giornata. Le compresse vanno deglutite intere.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa contiene dapagliflozin propanediolo monoidrato equivalente a 10 mg di dapagliflozin.

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