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AVVERTENZE
Le seguenti avvertenze speciali e precauzioni sono applicabili alla classe terapeutica degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Popolazione pediatrica. Questo medicinale non deve essere usato per il trattamento dei bambini e degli adolescenti al di sotto dei 18 anni di eta'. Comportamenti correlati al suicidio (tentativo di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilita' (prevalentemente comportamento aggressivo, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati piu' frequentemente negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Se tuttavia, in base alle esigenze mediche, viene comunque presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere attentamente monitorato per l'eventuale comparsa di sintomisuicidari. Inoltre, non sono disponibili dati sulla sicurezza a lungotermine nei bambini e negli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione e lo sviluppo cognitivo e comportamentale. Ansia paradossa. Alcuni pazienti con disturbo da attacchi di panico possono manifestare un'accentuazione dei sintomi ansiosi all'inizio del trattamento con antidepressivi. Questa reazione paradossa di solito tende ad attenuarsi nel corso di due settimane di trattamento continuato. Si consiglia l'impiego di una dose iniziale bassa per ridurre la probabilita'di un effetto ansiogeno. Convulsioni. Escitalopram deve essere sospeso se il paziente per la prima volta manifesta convulsioni oppure se c'e' un aumento della frequenza delle crisi convulsive (in pazienti conprecedente diagnosi di epilessia). Gli SSRI devono essere evitati neipazienti con epilessia instabile e i pazienti con epilessia controllata devono essere attentamente monitorati. Mania. Gli SSRI devono essereusati con cautela in pazienti con un'anamnesi di mania/ipomania. GliSSRI devono essere sospesi in pazienti che stanno per entrare in fasemaniacale. Diabete. Nei pazienti diabetici, il trattamento con un SSRIpuo' alterare il controllo glicemico (ipoglicemia o iperglicemia). Intal caso puo' essere necessario modificare il dosaggio di insulina e/o di ipoglicemizzante orale. Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento del quadro clinico. La depressione e' associata ad aumento del rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Tale rischio persiste fino a quando si verifica unaremissione significativa. Poiche' possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane o piu' di trattamento, i pazienti devonoessere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. L'esperienza clinica generale indica che il rischio di suicidio puo' aumentare nelle prime fasi di miglioramento della malattia. Anche altre patologie psichiatriche per le quali viene prescritto questo medicinale possono essere associate ad un aumentato rischio di eventi correlati alsuicidio. Inoltre, queste patologie possono essere in comorbilita' conil disturbo depressivo maggiore. Le stesse precauzioni osservate quando si trattano pazienti con disturbo depressivo maggiore devono esserequindi osservate anche quando si trattano pazienti con altre patologie psichiatriche. E' noto che i pazienti con una storia precedente di eventi suicidio-correlati, o che manifestano un grado significativo diideazione suicidaria prima dell'inizio del trattamento, sono soggettia rischio maggiore di pensieri suicidari o di tentativi di suicidio, edevono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una meta-analisi relativa a studi clinici controllati verso placebo condottiimpiegando farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di eta' inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. E' quindi necessaria una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, durante la terapia, specie nelle prime fasi del trattamento e dopo variazioni della dose. I pazienti (e le persone coinvolte nelle cura del paziente) devono essere avvertiti sulla necessita' di monitorarequalsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamenti o pensierisuicidari o unusuali cambiamenti comportamentali, e di rivolgersi immediatamente al medico curante se compaiono questi sintomi. Acatisia/irrequietezza psicomotoria. L'uso di SSRI/SNRI e' stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione soggettiva spiacevole o stressante di irrequietezza e di agitazione psicomotoria, spesso accompagnata dall'incapacita' di stare seduti o fermi in piedi. Cio'e' piu' probabile che accada entro le prime settimane di trattamento.Nei pazienti che presentano tali sintomi, l'aumento della dose puo' essere dannoso. Iponatriemia. L'iponatriemia, probabilmente dovuta ad una secrezione inappropriata di ormone antidiuretico (SIADH), e' statariportata raramente con l'uso di SSRI e generalmente si risolve con l'interruzione della terapia. E' necessaria cautela nei pazienti a rischio, quali anziani, pazienti con cirrosi o se usati in concomitanza conaltri medicinali che possono causare iponatriemia. Emorragia. Duranteil trattamento con SSRI sono stati riferiti casi di anomalie nelle manifestazioni emorragiche cutanee, quali ecchimosi e porpora. Si consiglia cautela nei pazienti che assumono SSRI, specie in concomitanza conanticoagulanti orali, con medicinali noti per influenzare la funzionepiastrinica [ad es. antipsicotici atipici e fenotiazine, la maggioranza degli antidepressivi triciclici, l'acido acetilsalicilico e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), ticlopidina e dipiridamolo],come pure nei pazienti con tendenza nota al sanguinamento. Terapia elettroconvulsiva (ECT). L'esperienza clinica riguardo la somministrazione concomitante di SSRI e ECT e' limitata, pertanto si consiglia cautela. Sindrome serotoninergica. Si consiglia cautela nel caso di uso concomitante di escitalopram e medicinali con effetti serotoninergici comesumatriptan o altri triptani, tramadolo e triptofano. In rari casi lasindrome serotoninergica e' stata riportata in pazienti che assumevano SSRI in concomitanza con medicinali serotoninergici. Una combinazione di sintomi come agitazione, tremore, mioclono ed ipertermia puo' indicare lo sviluppo di questa condizione. In questo caso il trattamentocon SSRI e medicinali serotoninergici deve essere interrotto immediatamente ed istituito un trattamento sintomatico. Erba di San Giovanni. L'uso concomitante di SSRI e di preparazioni erboristiche contenenti l'Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) puo' indurre un'aumentataincidenza di reazioni avverse. Sintomi da sospensione osservati quandosi interrompe il trattamento.
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antidepressivi, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
CONSERVAZIONE
Non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C. Mantenere nella confezione originale al fine di proteggere il prodotto dalla luce e dall'umidita'.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Il trattamento concomitante con inibitori non selettivi irreversibili delle monoammino-ossidasi (MAO-inibitori) e' controindicato a causa del rischio di insorgenza di sindrome serotoninergica con sintomi correlati quali agitazione, tremore, ipertermia, ecc. L'associazione diescitalopram con inibitori reversibili delle MAO-A (ad es. moclobemide) o con linezolid, un inibitore non selettivo reversibile delle MAO, e' controindicata a causa del rischio di insorgenza di sindrome serotoninergica. Escitalopram e' controindicato nei pazienti con noto prolungamento dell'intervallo QT o con sindrome congenita del QT lungo. La somministrazione di escitalopram e' controindicata in associazione con medicinali noti per prolungare l'intervallo QT.
DENOMINAZIONE
ESCITALOPRAM TEVA COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
ECCIPIENTI
Nucleo della compressa: cellulosa microcristallina, silice colloidaleanidra, croscarmellosa sodica, acido stearico, magnesio stearato. Rivestimento della compressa: opadry Y-1 7000H bianco (ipromellosa (E464),titanio diossido (E171), macrogol 400.
EFFETTI INDESIDERATI
Le reazioni avverse sono piu' frequenti durante la prima o la secondasettimana di trattamento e generalmente la loro intensita' e frequenzasi riduce con la prosecuzione del trattamento. Riassunto degli effetti indesiderati. Le reazioni avverse note per gli SSRI e riportate anche con escitalopram sia in studi controllati verso placebo sia in segnalazioni spontanee dopo la commercializzazione, sono elencate di seguito secondo classificazione per sistemi, organi e frequenza. Le frequenze riportate sono quelle osservate negli studi clinici e non sono corrette per il placebo. Le frequenze sono cosi' definite: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1.000), molto raro (<=1/10.000), o non nota (la frequenza non puo' essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Non nota: trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Raro: reazione anafilattica. Patologie endocrine. Non nota: secrezione inappropriata di adh. Disturbi del metabolismoe della nutrizione. Comune: diminuzione dell'appetito, aumento dell'appetito, aumento del peso corporeo; non comune: diminuzione del peso corporeo; non nota: iponatriemia, anoressia. Disturbi psichiatrici. Comune: ansia, irrequietezza, sogni anomali, donne e uomini: riduzione della libido, donne: anorgasmia; non comune: bruxismo, agitazione, nervosismo, attacco di panico, stato confusionale; raro: comportamento aggressivo, depersonalizzazione, allucinazioni; non nota: mania, ideazionesuicidaria, comportamento suicidario. Patologie del sistema nervoso.Molto comune: cefalea; comune: insonnia, sonnolenza, capogiri, parestesia, tremore; non comune: alterazione del gusto, disturbi del sonno, sincope; raro: sindrome serotoninergica; non nota: discinesia, disturbidel movimento, convulsioni, irrequietezza psicomotoria/acatisia. Patologie dell'occhio. Non comune: midriasi, disturbi visivi. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Non comune: tinnito. Patologie cardiache.Non comune: tachicardia; raro: bradicardia; non nota: prolungamento dell'intervallo qt sull'ecg, aritmia ventricolare, comprese torsioni dipunta. Patologie vascolari. Non nota: ipotensione ortostatica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sinusite, sbadigli; non comune: epistassi. Patologie gastrointestinali. Molto comune: nausea; comune: diarrea, stipsi, vomito, secchezza delle fauci; non comune: emorragie gastrointestinali (inclusa emorragia rettale). Patologie epatobiliari. Non nota: epatite, anomalie negli esami di funzionalita' epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comune: aumento della sudorazione; non comune: orticaria, alopecia, rash, prurito; non nota: ecchimosi, angioedema. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: artralgia, mialgia. Patologie renali e urinarie. Non nota: ritenzione urinaria. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comune: uomini: disturbi dell'eiaculazione, impotenza; non comune: femmine: metrorragia, menorragia; non nota: galattorrea, uomini: priapismo. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento, piressia; non comune: edema. Prolungamento dell'intervallo QT. Durante l'esperienza post-marketing sono stati segnalati casi di prolungamento dell'intervallo QT e di aritmie ventricolari, inclusa Torsione di Punta, prevalentemente in pazienti di sesso femminile, con ipokalemia o conun preesistente prolungamento dell'intervallo QT o altre patologie cardiache. Effetti di classe. Studi epidemiologici, condotti prevalentemente in pazienti di eta' uguale o superiore a 50 anni, mostrano un aumentato rischio di fratture ossee nei pazienti trattati con SSRI e antidepressivi triciclici (TCA). Il meccanismo alla base di tale rischio non e' noto. Sintomi da sospensione osservati in seguito all'interruzione del trattamento. L'interruzione del trattamento con SSRI/SNRI (specie se brusca) puo' frequentemente causare sintomi da sospensione. Le reazioni piu' frequentemente riportate sono: capogiri, disturbi del sensorio (comprese parestesia e sensazione di scossa elettrica), disturbidel sonno (comprese insonnia e sogni vividi), agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, confusione, sudorazione, cefalea, diarrea, palpitazioni, instabilita' emotiva, irritabilita' e disturbi visivi. Generalmente questi eventi sono di intensita' da lieve a moderata ed autolimitanti, tuttavia in alcuni pazienti possono assumere connotazioni serie e/o avere una durata prolungata. Si consiglia quindi, qualora iltrattamento con escitalopram non sia piu' necessario, di interromperegradualmente la terapia tramite un decremento progressivo della dose.Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari e' richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sosp etta-reazione-avversa.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Gravidanza: sono disponibili solo dati clinici limitati relativi all'esposizione ad escitalopram in gravidanza. In studi sulla tossicita' riproduttiva effettuati con escitalopram nei ratti, sono stati osservatieffetti embrio-fetotossici ma non un aumento dell'incidenza di malformazioni. Questo farmaco non deve essere usato durante la gravidanza ameno che strettamente necessario e solo dopo un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. I neonati di madri che hanno continuatol'assunzione di questo farmaco fino agli ultimi periodi della gravidanza, soprattutto nel terzo trimestre, devono essere tenuti sotto osservazione. L'interruzione improvvisa del trattamento deve essere evitatadurante la gravidanza. I seguenti sintomi possono comparire nel neonato dopo l'uso materno di SSRI/SNRI durante gli ultimi periodi della gravidanza: sofferenza respiratoria, cianosi, apnea, convulsioni, instabilita' della temperatura corporea, difficolta' di alimentazione, vomito, ipoglicemia, ipertonia, ipotonia, iperreflessia, tremore, nervosismo, irritabilita', letargia, pianto costante, sonnolenza e difficolta' nel dormire. Tali sintomi possono essere interpretati sia come effettiserotoninergici sia come sintomi da sospensione. Nella maggior parte dei casi le complicanze si manifestano immediatamente o subito dopo (<24 ore) il parto. Dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di SSRI ingravidanza, specie nell'ultima parte della gestazione, puo' aumentareil rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN).Il rischio osservato e' stato di circa 5 casi su 1.000 gravidanze. Nella popolazione generale si verificano 1 o 2 casi di PPHN su 1.000 gravidanze. Allattamento: e' atteso che escitalopram venga escreto nel latte materno umano. Di conseguenza, l'allattamento al seno non e' raccomandato durante il trattamento. Fertilita': i dati provenienti da studisugli animali hanno mostrato che citalopram puo' alterare la qualita'dello sperma. Nell'uomo, i casi trattati con alcuni SSRI hanno evidenziato che l'effetto sulla qualita' dello sperma e' reversibile. Ad oggi non e' stato rilevato alcun impatto sulla fertilita' umana.
INDICAZIONI
Trattamento di episodi depressivi maggiori. Trattamento del disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia. Trattamento del disturbod'ansia sociale (fobia sociale). Trattamento del disturbo d'ansia generalizzato. Trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo.
INTERAZIONI
Interazioni farmacodinamiche. Associazioni controindicate: inibitori non selettivi irreversibili delle MAO. Casi di reazioni gravi sono state riportate in pazienti in trattamento con un SSRI in associazione coninibitori non selettivi irreversibili delle monoammino-ossidasi (MAO)ed in pazienti che avevano recentemente interrotto il trattamento conun SSRI ed avevano iniziato quello con un inibitore delle monoammino-ossidasi (IMAO). In alcuni casi i pazienti hanno sviluppato una sindrome serotoninergica. E' controindicata somministrazione concomitante diescitalopram con IMAO non selettivi irreversibili. Il trattamento conescitalopram puo' essere iniziato 14 giorni dopo l'interruzione del trattamento con un IMAO irreversibile. Prima di iniziare un trattamentocon un IMAO non selettivo irreversibile devono trascorrere almeno 7 giorni dall'interruzione del trattamento con escitalopram. Inibitore selettivo reversibile delle MAO-A (moclobemide). A causa del rischio disindrome serotoninergica, l'associazione di escitalopram e inibitori delle MAO-A come moclobemide e' controindicata. Se l'associazione si rendesse necessaria, si deve iniziare con il dosaggio minimo raccomandato e rafforzare il monitoraggio clinico. Inibitore non selettivo reversibile delle MAO (linezolid). L'antibiotico linezolid e' un inibitore non selettivo reversibile delle MAO e non deve essere somministrato a pazienti trattati con escitalopram. Qualora l'associazione si rendessenecessaria, si deve iniziare con il dosaggio minimo e sotto stretto monitoraggio clinico. Inibitore selettivo irreversibile delle MAO-B (selegilina). In somministrazione concomitante con selegilina (inibitore MAO-B irreversibile) e' richiesta cautela a causa del rischio di sviluppo di sindrome serotoninergica. Dosi di selegilina fino a 10 mg/die sono state co-somministrate in sicurezza con il composto racemo citalopram. Prolungamento dell'intervallo QT. Non sono stati condotti studi difarmacocinetica e farmacodinamica sull'associazione tra escitaloprame altri medicinali che prolungano l'intervallo QT. Non puo' essere escluso un effetto additivo di escitalopram con tali medicinali. Di conseguenza e' controindicata la co-somministrazione di escitalopram con medicinali che prolungano l'intervallo QT, quali antiaritmici di classeIA e III, antipsicotici (come derivati fenotiazinici, pimozide, aloperidolo), antidepressivi triciclici, alcuni agenti antimicrobici (come sparfloxacina, moxifloxacina, eritromicina IV, pentamidina, trattamentiantimalarici, in particolare alofantrina), alcuni antistaminici (astemizolo, mizolastina). Associazioni che richiedono precauzioni per l'uso: medicinali serotoninergici. La somministrazione concomitante con medicinali ad azione serotoninergica (ad es. tramadolo, sumatriptan ed altri triptani) puo' causare sindrome serotoninergica. Medicinali che abbassano la soglia convulsiva. Gli SSRI possono abbassare la soglia convulsiva. Si richiede pertanto cautela in co-somministrazione con medicinali che abbassano anch'essi tale soglia [ad es. antidepressivi, (triciclici, SSRI), neurolettici (fenotiazina, tioxanteni, e butirrofenoni), meflochina, buproprione e tramadolo]. Litio, triptofano. Sono stati riportati casi di potenziamento degli effetti quando gli SSRI sono somministrati insieme a litio o triptofano, pertanto l'uso concomitantedi SSRI e di questi medicinali richiede cautela. Erba di San Giovanni. L'uso concomitante di SSRI e di rimedi a base di erbe medicinali contenenti Erba di San Giovanni ( Hypericum perforatum) puo' risultare inun'aumentata incidenza di reazioni avverse. Emorragia. Quando escitalopram viene associato ad anticoagulanti orali possono manifestarsi alterazioni degli effetti anticoagulanti. I pazienti in terapia con anticoagulanti orali devono ricevere un attento monitoraggio dei parametridella coagulazione all'inizio o all'interruzione della terapia con escitalopram. L'uso concomitante di farmaci antinfiammatori non steroidei(FANS) puo' rafforzare la tendenza al sanguinamento. Alcool. Non si prevedono interazioni farmacodinamiche o farmacocinetiche tra escitalopram e l'alcol. Comunque, come con altri medicinali psicotropi, tale combinazione non e' consigliabile. Medicinali che inducono ipokaliemia/ipomagnesemia. Si richiede cautela per l'uso concomitante di medicinaliche inducono ipokaliemia/ipomagnesemia in quanto queste condizioni aumentano il rischio di aritmie maligne. Interazioni farmacodinamiche. Influenza degli altri medicinali sulla farmacocinetica di escitalopram.Il metabolismo di escitalopram e' principalmente mediato dal CYP2C19ma anche CYP3A4 e CYP2D6 possono contribuire al metabolismo sebbene inmisura minore. Il metabolismo del metabolita maggiore S-DCT (escitalopram demetilato) sembra essere parzialmente catalizzato dal CYP2D6. Laco-somministrazione di escitalopram con omeprazolo 30 mg una volta algiorno (inibitore del CYP2C19) causa un moderato incremento (approssimativamente del 50%) delle concentrazioni plasmatiche di escitalopram.La co-somministrazione di escitalopram con cimetidina 400 mg due volte al giorno (inibitore enzimatico generale di moderata potenza) ha indotto un moderato (circa il 70%) aumento delle concentrazioni plasmatiche di escitalopram. Si raccomanda cautela quando escitalopram viene somministrato in associazione a cimetidina. Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose. Si raccomanda, pertanto, cautela nell'utilizzo in concomitanza con inibitori del CYP2C19 (ad es. omeprazolo, esomeprazolo, fluconazolo, fluvoxamina, lansoprazolo, ticlopidina) oppurecimetidina. Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di escitalopram sulla base del monitoraggio degli effetti indesiderati durate il trattamento concomitante. Effetti di escitalopram sulla farmacocinetica di altri medicinali. L'escitalopram e' un inibitore dell'enzima CYP2D6. Si raccomanda cautela quando escitalopram viene somministrato in concomitanza con medicinali metabolizzati principalmente da questo enzima e con un indice terapeutico ristretto, ad es. flecainide, propafenone e metoprololo (quando utilizzati nell'insufficienza cardiaca), o con medicinali che agiscono a livello del sistema nervoso centralee che sono principalmente metabolizzati dal CYP2D6, ad es. antidepressivi come desipramina, clomipramina e nortriptilina o antipsicotici come risperidone, tioridazina e aloperidolo. Un aggiustamento del dosaggio puo' rendersi necessario. La co-somministrazione di desipramina o di metoprololo ha indotto in entrambi i casi un aumento di due volte dei livelli plasmatici di questi due substrati del CYP2D6. Studi in vitro hanno dimostrato che escitalopram puo' causare anche una debole inibizione del CYP2C19. Si raccomanda cautela in caso di uso concomitantedi medicinali metabolizzati dal CYP2C19.
POSOLOGIA
Posologia. La sicurezza di dosi giornaliere superiori a 20 mg non e' stata dimostrata. Episodi depressivi maggiori. La dose abituale e' di 10 mg/die. Sulla base della risposta individuale del paziente, la dosepuo' essere aumentata ad un massimo di 20 mg/die. Per ottenere la risposta antidepressiva sono necessarie in genere 2-4 settimane. Dopo la risoluzione dei sintomi, e' necessario un periodo di trattamento di almeno 6 mesi per il consolidamento della risposta. Disturbo da attacchidi panico con o senza agorafobia. Per la prima settimana di trattamento si raccomanda una dose iniziale di 5 mg che viene poi aumentata a 10mg al giorno. La dose puo' essere ulteriormente aumentata fino ad unmassimo di 20 mg al giorno, in base alla risposta individuale del paziente. L'efficacia massima viene raggiunta dopo circa 3 mesi. Il trattamento dura diversi mesi. Disturbo d'ansia sociale. La dose abituale e'di 10 mg una volta al giorno. Sono necessarie in genere 2-4 settimaneper ottenere un sollievo dai sintomi. La dose puo' essere successivamente ridotta a 5 mg o aumentata fino ad un massimo di 20 mg al giorno,in funzione della risposta individuale del paziente. Il disturbo d'ansia sociale e' una patologia a decorso cronico, e si raccomanda un trattamento di 12 settimane per consolidare la risposta. Il trattamento alungo termine nei pazienti che hanno risposto alla terapia e' stato studiato per 6 mesi e puo' essere considerato su base individuale per la prevenzione delle recidive; i benefici del trattamento devono essererivalutati ad intervalli regolari. La definizione di "disturbo d'ansia sociale" si riferisce ad una terminologia diagnostica ben definita di un disturbo specifico, che non deve essere confuso con l'eccessiva timidezza. La farmacoterapia e' indicata solo se il disturbo interferisce in modo significativo con le attivita' professionali e sociali. Ilruolo di questo trattamento rispetto alla terapia cognitiva comportamentale non e' stato valutato. La farmacoterapia e' parte di una strategia terapeutica globale. Disturbo d'ansia generalizzato. Il dosaggio iniziale e' di 10 mg una volta al giorno. La dose puo' essere aumentataad un massimo di 20 mg al giorno, in base alla risposta individuale del paziente. Il trattamento a lungo termine nei pazienti che hanno risposto alla terapia e' stato valutato per almeno 6 mesi in pazienti cheassumevano 20 mg/die. I benefici del trattamento ed la dose devono essere rivalutati ad intervalli regolari. Disturbo ossessivo-compulsivo.Il dosaggio iniziale e' di 10 mg una volta al giorno. La dose puo' essere aumentata ad un massimo di 20 mg al giorno, in base alla rispostaindividuale del paziente. Dato che il disturbo ossessivo-compulsivo e'una patologia cronica, i pazienti devono essere trattati per un periodo di tempo sufficiente per assicurare l'assenza di sintomi. I benefici del trattamento ed la dose devono essere rivalutati ad intervalli regolari. Anziani (> 65 anni). Il dosaggio iniziale e' di 5 mg una voltaal giorno. La dose puo' essere aumentata ad un massimo di 10 mg/die,in funzione della risposta individuale del paziente. L'efficacia di questo farmaco nel disturbo d'ansia sociale non e' stata valutata nei pazienti anziani. Popolazione pediatrica: questo farmaco non deve essereutilizzato nel trattamento dei bambini e degli adolescenti al di sotto dei 18 anni. Compromissione renale: nei pazienti con compromissionedella funzionalita' renale lieve o moderata non e' necessario un aggiustamento del dosaggio. Si raccomanda cautela nel caso di pazienti confunzionalita' renale gravemente ridotta (CL CR inferiore a 30 ml/minuto). Compromissione epatica: nei pazienti con compromissione della funzionalita' epatica lieve o moderata si raccomanda una dose iniziale di5 mg al giorno per le prime due settimane di trattamento Sulla base della risposta individuale del paziente, la dose puo' essere aumentata fino a 10 mg al giorno. Nei pazienti con funzionalita' epatica gravemente ridotta si raccomanda cautela ed una maggiore attenzione alla titolazione posologica. Metabolizzatori lenti del CYP2C19: nei pazienti noti per essere metabolizzatori lenti del CYP2C19, si raccomanda una doseiniziale di 5 mg al giorno durante le prime due settimane di trattamento. In base alla risposta individuale del paziente la dose puo' essere aumentata fino a 10 mg al giorno. Sintomi da sospensione osservati quando si interrompe il trattamento: l'interruzione improvvisa del trattamento deve essere evitata. Quando si interrompe il trattamento con escitalopram la dose deve essere ridotta gradualmente nell'arco di almeno una o due settimane, in modo da ridurre il rischio di sintomi da sospensione. Nel caso in cui si manifestino sintomi intollerabili in seguito alla riduzione della dose per l'interruzione del trattamento, sipuo' prendere in considerazione la possibilita' di ripristinare la dose precedente. Successivamente il medico puo' continuare a ridurre la dose, ma in modo piu' graduale. Modo di somministrazione: questo farmaco viene somministrato in un'unica dose giornaliera e puo' essere assunto con o senza cibo.
PRINCIPI ATTIVI
Questo farmaco da 5 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di escitalopram (come ossalato). Questo farmaco da 10 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di escitalopram (come ossalato). Questo farmaco da 15 mg: ogni compressa rivestita con film contiene15 mg di escitalopram (come ossalato). Questo farmaco da 20 mg: ogni compressa rivestita con film contiene 20 mg di escitalopram (come ossalato).