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CARBAMAZEPINA ZE*30CPR400MG RP

CARBAMAZEPINA ZE*30CPR400MG RP

ZENTIVA ITALIA Srl
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AVVERTENZE
Avvertenze: casi di agranulocitosi e anemia aplastica sono stati associati all'uso di carbamazepina; tuttavia, data la bassissima incidenza di queste condizioni, e' difficile calcolare il rischio significativo legato all'uso di carbamazepina. E' stato valutato un rischio complessivo nella popolazione generale non trattata di circa 4,7 persone per milione ogni anno per l'agranulocitosi e di 2,0 persone per milione ogni anno per l'anemia aplastica. In associazione all'uso di carbamazepina si verifica occasionalmente o frequentemente una riduzione del numero di piastrine o globuli bianchi. Ciononostante, e' necessario effettuare, come riferimento, un esame completo del sangue, incluse piastrine e, se possibile, anche reticolociti e ferro serico, prima del trattamento e successivamente a intervalli regolari. I pazienti e i loro parenti devono essere informati riguardo ai primi segni di tossicita' e ai sintomi indicativi di potenziali problemi ematologici, cosi' come in merito ai sintomi di reazioni epatiche o dermatologiche. Nel caso in cui si manifestino febbre, mal di gola, eruzione cutanea, ulcere della bocca, predisposizione a ecchimosi, petecchie o emorragie purpuree, il paziente deve essere istruito ad avvisare immediatamente il proprio medico. Se durante il trattamento si osservano valori decisamente bassi di globuli bianchi o piastrine, il paziente e i relativi parametri ematici devono essere tenuti sotto stretto controllo (vedere paragrafo 4.8 "Effetti indesiderati"). Tuttavia, il trattamento con carbamazepina deve essere interrotto se il paziente sviluppa leucopenia grave, progressiva o associata a manifestazioni cliniche, ad es. febbre o mal di gola. Carbamazepina deve essere sospesa al comparire di una qualsiasi evidenza di significativa mielosoppressione. Soprattutto in pazienti con anamnesi di malattia epatica e negli anziani, devono essere effettuati anche controlli della funzionalita' epatica all'inizio del trattamento e in seguito periodicamente. La somministrazione del farmaco deve essere sospesa immediatamente in caso di peggioramento della disfunzione epatica o di epatopatia acuta. Nei pazienti trattati con carbamazepina, e' possibile riscontrare anomalie in alcuni test di funzionalita' epatica, in particolare per quanto riguarda le gamma glutamiltransferasi. Cio' e' probabilmente dovuto all'induzione degli enzimi epatici. L'induzione enzimatica puo' determinare inoltre modesti aumenti della fosfatasi alcalina. Questi aumenti della capacita' di metabolizzazione epatica non rappresentano un'indicazione per la sospensione di carbamazepina. Gravi reazioni epatiche alla carbamazepina si verificano molto raramente. Lo sviluppo di segni e sintomi di disfunzione epatica o epatopatia attiva deve essere valutato immediatamente e il trattamento con carbamazepina sospeso in attesa dell'esito della valutazione. Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati nei pazienti in trattamento con medicinali antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta-analisi di studi clinici randomizzati per farmaci antiepilettici, controllati con placebo, ha inoltre evidenziato un modesto incremento del rischio di ideazione e comportamento suicidario. Il meccanismo di tale rischio non e' noto e i dati disponibili non escludono la possibilita' di un incremento del rischio durante il trattamento con carbamazepina. Pertanto, i pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni di ideazione e comportamento suicidari e in tal caso deve essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e coloro che se ne prendono cura) devono essere istruiti a avvertire il medico qualora emergano segni di ideazione o comportamento suicidari. Reazioni dermatologiche gravi, tra cui tra cui necrolisi epidermica tossica (TEN: nota anche come sindrome di Lyell) e sindrome di Stevens-Johnson (SJS) sono state riportate durante il trattamento con carbamazepina. Nei pazienti in cui si verificano reazioni dermatologiche gravi puo' essere necessaria l'ospedalizzazione, poiche' queste condizioni possono costituire una minaccia per la vita e possono risultare fatali. La maggior parte dei casi di SJS/TEN si manifesta nei primi mesi di trattamento con carbamazepina. L'insorgenza di queste reazioni e' stimata in 1-6 casi ogni 10.000 nuovi pazienti in paesi con una popolazione principalmente caucasica. Se si manifestano segni e sintomi che suggeriscono gravi reazioni cutanee (ad es. SJS, sindrome di Lyell/TEN), il trattamento con carbamazepina deve essere interrotto immediatamente e deve essere presa in considerazione una terapia alternativa. Reazioni cutanee Reazioni cutanee gravi e talvolta fatali, tra cui necrolisi epidermica tossica (TEN) e sindrome di Stevens- Johnson (SJS) sono state riportate durante il trattamento con carbamazepina. L'insorgenza di queste reazioni e' stimata in 1-6 casi ogni 10.000 nuovi pazienti in paesi con una popolazione principalmente caucasica, ma si stima che il rischio in alcuni paesi asiatici e' di circa 10 volte superiore. E' sempre piu' evidente il ruolo dei diversi alleli HLA nella predisposizione dei pazienti alle reazioni avverse immuno- mediate (vedere paragrafo 4.2). Allele HLA-B*1502 - nella popolazione cinese di etnia Han, tailandese e nelle altre popolazioni asiatiche: negli individui di origine cinese di etnia Han e di origine tailandese l'allele HLA-B*1502 ha dimostrato di essere fortemente associato al rischio di sviluppare la sindrome di StevensJohnson (SJS) durante il trattamento con carbamazepina. La prevalenza dell'allele HLAB*1502 e' di circa il 10% nelle popolazioni cinesi di etnia Han e tailandesi. Quando possibile, questi individui dovrebbero essere sottoposti a screening per questo allele prima di iniziare il trattamento con carbamazepina (vedere paragrafo 4.2). Se questi pazienti risultano positivi al test, il trattamento con carbamazepina non deve essere iniziato a meno che non vi sia nessuna altra alternativa terapeutica. I pazienti testati che sono risultati negativi per HLA-B*1502 sono a basso rischio di insorgenza di SJS, sebbene tale reazione possa ancora verificarsi anche se molto raramente. Alcuni dati suggeriscono un aumentato rischio di reazioni gravi associate a carbamazepina quali TEN/SJS in altre popolazioni asiatiche. A causa della prevalenza di questo allele in altre popolazioni asiatiche (ad esempio superiore al 15% nelle Filippine e in Malesia), il test nelle popolazioni geneticamente a rischio per la presenza dell'allele HLA-B*1502 puo' essere considerato. La prevalenza dell'allele HLA-B*1502 e' trascurabile ad esempio nelle popolazioni di origine europea, africana, in un campione di popolazione ispanica, nei giapponesi e nei coreani (<1%).
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Antiepilettici, agenti neurotropici e psicotropi.
CONSERVAZIONE
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
CONTROINDICAZIONI/EFF.SECONDAR
Ipersensibilita' nota alla carbamazepina o a medicinali strutturalmente correlati (ad es. antidepressivi triciclici) o qualsiasi altro eccipiente della formulazione. Pazienti con blocco atrioventricolare, un'anamnesi di depressione midollare o un'anamnesi di porfirie epatiche (ad es. porfiria intermittente acuta, porfiria variegata, porfiria cutanea tarda). L'uso di carbamazepina e' controindicato in combinazione con gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) (vedere paragrafo 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione").
DENOMINAZIONE
CARBAMAZEPINA ZENTIVA 400 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO
ECCIPIENTI
Cellulosa microcristallina, copolimero di ammonio metacrilato, lattosio monoidrato, amido di mais, glicolato di amido di sodio di tipo A, magnesio stearato, talco, trietilcitrato.
EFFETTI INDESIDERATI
Riassunto del profilo di sicurezza: soprattutto all'inizio del trattamento con carbamazepina, o se la dose iniziale e' troppo alta, o nei pazienti anziani, alcune reazioni avverse possono verificarsi molto frequentemente o frequentemente, ad esempio a carico del SNC (capogiri, cefalea, atassia, sonnolenza, affaticamento, diplopia), del tratto gastrointestinale (nausea, vomito) e reazioni allergiche cutanee. Le reazioni avverse correlate alla dose solitamente scompaiono in pochi giorni, spontaneamente o dopo temporanea riduzione del dosaggio. Le reazioni avverse a carico del SNC possono essere espressione di sovradosaggio o di fluttuazioni significative dei livelli plasmatici. In questi casi, si suggerisce di controllare i livelli plasmatici e di dividere la dose giornaliera in dosi frazionate piu' piccole (ossia, 3-4). Riassunto delle reazioni avverse derivanti da studi clinici e da segnalazioni spontanee: le reazioni avverse al farmaco derivanti dagli studi clinici sono elencate in base alla classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA. All'interno di ciascuna classe sistema-organo, le reazioni avverse al farmaco sono classificate in base alla frequenza, con le reazioni piu' frequenti per prime. All'interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse al farmaco sono presentate in ordine decrescente di gravita'. Inoltre, per ciascuna reazione avversa al farmaco e' indicata anche la corrispondente frequenza usando la seguente convenzione (CIOMS III): molto comune (>=1/10), comune (da >=1/100 a <1/10), non comune (da >=1/1.000 a <1/100), raro (da >=1/10.000 a <1/1.000), molto raro (<1/10.000). Infezioni e infestazioni. Non nota**: riattivazione di infezioni da herpesvirus umano 6. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: leucopenia; comune: trombocitopenia, eosinofilia; raro: leucocitosi, linfoadenopatia; molto raro: agranulocitosi, anemia aplastica, pancitopenia, aplasia eritroide pura, anemia, anemia megaloblastica, reticolocitosi, anemia emolitica; non nota: depressione midollare. Disturbi del sistema immunitario. Raro: disturbo da ipersensibilita' ritardata multi- organo associato a febbre, eruzioni cutanee, vasculite, linfoadenopatia, pseudolinfoma, artralgia, leucopenia, eosinofilia, epatosplenomegalia, anomalie nei risultati dei test di funzionalita' epatica e sindrome da scomparsa dei dotti biliari intraepatici (distruzione e scomparsa dei dotti biliari intraepatici) che si manifestano in varie combinazioni. Possono essere interessati anche altri organi (ad es. Fegato, polmoni, reni, pancreas, miocardio, colon); molto raro: reazione anafilattica, edema, angioedema, ipogammaglobulinemia; non nota**: eruzione cutanea da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (dress). Patologie endocrine. Comune: edema, ritenzione idrica, aumento del peso corporeo, iponatremia e riduzione dell'osmolarita' ematica dovuta ad un effetto simile a quello dell'ormone antidiuretico (adh), che puo' portare in rari casi a intossicazioni da acqua accompagnata da letargia, vomito, cefalea, stato confusionale, disturbi neurologici; molto raro. Galattorrea, ginecomastia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Raro: carenza di acido folico, diminuzione dell'appetito; molto raro: porfiria acuta (porfiria intermittente acuta e porfiria variegata), porfiria non acuta (porfiria cutanea tarda). Disturbi psichiatrici. Raro: allucinazioni (visive o uditive), depressione, aggressivita', agitazione, irrequietezza, stato confusionale; molto raro: attivazione di psicosi. Patologie del sistema nervoso. Molto comune: atassia, capogiri, sonnolenza; comune: diplopia, cefalea; non comune: movimenti anormali involontari (ad es. Tremore, asterissi, distonia, tic), nistagmo; raro: discinesia, disturbi della motilita' oculare, disturbi del linguaggio (ad es. Disartria, difficolta' nell'articolare le parole), coreoatetosi, neuropatia periferica, parestesie e paresi; molto raro: sindrome neurolettica maligna, meningite asettica associata a mioclono ed eosinofilia periferica, disgeusia; non nota**: sedazione, compromissione della memoria. Patologie dell'occhio. Comune: disturbi dell'accomodazione (ad es. Visione offuscata); molto raro: opacita' del cristallino, congiuntivite. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto raro: disturbi dell'udito, ad es. Tinnito, iperacusia, ipoacusia, percezione alterata del tono. Patologie cardiache. Raro: disturbi della conduzione cardiaca; molto raro: aritmia, blocco atrioventricolare con sincope, bradicardia, insufficienza cardiaca congestizia, peggioramento della coronaropatia. Patologie vascolari. Raro: ipertensione, vasodilatazione; molto raro: collasso circolatorio, embolia (ad es. Embolia polmonare), tromboflebite. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto raro: ipersensibilita' polmonare caratterizzata ad esempio da febbre, dispnea o polmonite. Patologie gastrointestinali. Molto comune: vomito, nausea; comune: secchezza delle fauci, puo' verificarsi irritazione rettale a seguito dell'uso di supposte; non comune: diarrea, stipsi; raro: dolore addominale; molto raro: pancreatite, glossite, stomatite; non nota**: colite. Patologie epatobiliari. Raro: epatopatia colestatica, parenchimale (epatocellulare) o di tipo misto, sindrome da scomparsa dei dotti biliari intraepatici, ittero; molto raro: insufficienza epatica, epatite granulomatosa. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: orticaria che puo' essere anche grave dermatite allergica; non comune: dermatite esfoliativa; raro: lupus eritematoso sistemico, prurito; molto raro: sindrome di steven-johnson*, necrolisi epidermica tossica, reazioni di fotosensibilita', eritema multiforme, eritema nodoso, alterazione della pigmentazione cutanea, porpora, acne, iperidrosi, alopecia, irsutismo; non nota**: pustolosi esantematica acuta generalizzata (agep)**, cheratosi lichenoide, onicomadesi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Raro: debolezza muscolare; molto raro: disturbi del metabolismo osseo (diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di calcio e delle concentrazioni ematiche di 25-idrossi-colecalciferolo) che portano a osteomalacia/osteoporosi, artralgia, mialgia, spasmi muscolari; non nota**: fratture. Patologie renali e urinarie. Molto raro: nefrite tubulointerstiziale, insufficienza renale, compromissione renale (ad es. Albuminuria, ematuria, oliguria, aumento dei livelli di urea ematica/azotemia), ritenzione urinaria, pollachiuria. Patologie dell'apparato riproduttivo. Molto raro: disfunzioni sessuali/disfunzione erettile, anomalie nella spermatogenesi (con diminuzione del numero degli spermatozoi e/o della motilita'). Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: affaticamento.
GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
Donne in eta' fertile/Misure contraccettive: a causa dell'induzione enzimatica, l'utilizzo di carbamazepina puo' annullare l'effetto terapeutico dei contraccettivi orali contenenti estrogeni e/o progesterone. Alle donne in eta' fertile deve essere raccomandato di adottare misure contraccettive alternative durante il trattamento con carbamazepina e per 2 settimane dopo l'assunzione dell'ultima dose. Gravidanza: Carbamazepina deve essere usata durante la gravidanza dopo un'attenta valutazione dei rischi/benefici (qualora il potenziale beneficio per la madre giustifichi il potenziale rischio per il feto). Riassunto dei rischi E' noto che i figli di madri epilettiche con epilessia non trattata sono piu' predisposti a disturbi dello sviluppo, incluse possibili malformazioni. Sono stati riportati casi di disturbo dello sviluppo e malformazioni, inclusa la spina bifida, cosi' come altre anomalie congenite (ad es. difetti craniofacciali come cheiloschisi, palatoschisi, malformazioni cardiovascolari, ipospadia e anomalie a carico di altri apparati) in associazione all'uso di carbamazepina. Le pazienti devono essere informate sulla possibilita' di un aumento del rischio di malformazioni e devono avere la possibilita' di sottoporsi a uno screening prenatale. Sulla base dei dati di un registro delle gravidanze nord-americano, la frequenza di malformazioni congenite maggiori, definite come una anomalia strutturale di rilevanza chirurgica, medica o cosmetica, diagnosticate entro le prime 12 settimane dalla nascita, e' risultata del 3,0% (IC 95% 2,1-4,2%) tra le madri esposte a carbamazepina somministrata in monoterapia nel primo trimestre, e del 1,1% (IC 95% 0,35-2,5%) tra le madri in gravidanza che non avevano assunto alcun farmaco antiepilettico (rischio relativo 2,7; IC 95% 1,1-7,0%). Considerazioni cliniche Tenere in considerazione quanto segue: le pazienti con epilessia devono essere trattate con molta cautela durante la gravidanza. Se durante la terapia con carbamazepina si dovesse pianificare o verificare una gravidanza, o se si verificasse la necessita' di assumere carbamazepina durante una gravidanza, i benefici attesi devono essere attentamente soppesati insieme ai possibili rischi, in particolare nei primi 3 mesi di gravidanza. Nelle donne in eta' fertile carbamazepina, ove possibile, dovrebbe essere prescritta in monoterapia, in quanto l'incidenza di anomalie congenite nei figli di donne trattate con associazioni di farmaci antiepilettici e' maggiore che nelle madri trattate in monoterapia. Il rischio di malformazioni in seguito ad esposizione a carbamazepina somministrata in politerapia puo' variare a seconda dei farmaci antiepilettici utilizzati e puo' essere maggiore in caso di politerapie che includono valproato. Si raccomanda di somministrare la minima dose efficace e di controllare i livelli plasmatici. Le concentrazioni plasmatiche possono essere mantenute al livello piu' basso del range terapeutico di 4-12 microgrammi/ml purche' sia mantenuto il controllo delle crisi epilettiche. Vi sono evidenze che suggeriscono che il rischio di malformazioni con carbamazepina puo' essere dose-dipendente, cioe', a dosi inferiori a 400 mg/die, la frequenza di malformazioni e' risultata minore che con dosi piu' alte di carbamazepina. Le pazienti devono essere informate sulla possibilita' di un aumento del rischio di malformazioni e devono avere la possibilita' di sottoporsi a uno screening prenatale. Durante la gravidanza una terapia antiepilettica efficace non deve essere interrotta, poiche' il peggioramento della malattia e' nocivo sia per la madre sia per il feto. Monitoraggio e prevenzione E' noto che durante la gravidanza si verifichi una carenza di acido folico. E' stato riportato che i farmaci antiepilettici aggravano questa situazione. La carenza di acido folico puo' essere una delle cause dell'aumentata incidenza di difetti congeniti nei figli di madri epilettiche in trattamento. Pertanto si raccomanda una cura addizionale con acido folico prima e durante la gravidanza. Neonato: per prevenire patologie emorragiche nella prole, si raccomanda inoltre la somministrazione di vitamina K 1 sia alla madre, durante le ultime settimane di gravidanza, che al neonato. Si sono verificati alcuni episodi di crisi epilettiche e/o depressione respiratoria in neonati le cui madri erano state trattate con carbamazepina e contemporaneamente con altri farmaci anticonvulsivanti. In alcuni casi sono stati anche segnalati vomito, diarrea e/o minore assunzione di alimenti nel neonato in associazione all'assunzione di carbamazepina da parte della madre. Queste reazioni potrebbero segnalare una sindrome da astinenza neonatale. Studi condotti sugli animali hanno mostrato tossicita' riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Allattamento. Riassunto dei rischi: Carbamazepina viene escreta nel latte materno ( circa 25-60% della concentrazione plasmatica). I benefici dell'allattamento al seno devono essere valutati rispetto al rischio, seppure remoto, di possibili effetti indesiderati nel neonato. Le madri in trattamento con carbamazepina possono allattare al seno, purche' il neonato sia seguito con attenzione per valutare l'insorgenza di eventuali reazioni avverse (ad es. eccessiva sonnolenza, reazioni allergiche cutanee). Sono stati riportati alcuni casi di epatite colestatica in neonati esposti a carbamazepina nel periodo prenatale o durante l'allattamento. Pertanto, i neonati di madri trattate con carbamazepina e allattati al seno devono essere attentamente controllati per verificare l'insorgenza di eventi avversi epatobiliari. Fertilita': sono stati segnalati casi molto rari di compromissione della fertilita' maschile e/o anomalie nella spermatogenesi.
INDICAZIONI
Epilessia - crisi generalizzate tonico-cloniche e crisi parziali. Carbamazepina Zentiva e' indicato nei pazienti con epilessia di nuova diagnosi e nei pazienti non controllati o che non sono in grado di tollerare la propria attuale terapia anticonvulsivante. Nota: Carbamazepina non e' generalmente efficace nel trattamento delle assenze (piccolo male) e crisi miocloniche. Il dolore parossistico della nevralgia del trigemino. Per la profilassi delle psicosi maniaco-depressive nei pazienti che non rispondono alla terapia con litio.
INTERAZIONI
Carbamazepina interagisce con altri numerosi medicinali e la somministrazione concomitante di carbamazepina con altri farmaci deve sempre avvenire con cautela. Interazioni farmacocinetiche Il citocromo P450 3A4 (CYP3A4) e' il principale enzima che catalizza la formazione del metabolita attivo carbamazepina-10,11-epossido. La somministrazione contemporanea di sostanze ad attivita' inibitoria sull'enzima CYP3A4 puo' portare ad un innalzamento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina, con conseguente comparsa di reazioni avverse. La somministrazione concomitante di induttori del CYP3A4 puo' aumentare il metabolismo della carbamazepina, riducendo quindi potenzialmente i livelli serici di carbamazepina e l'effetto terapeutico. Analogamente, l'interruzione della somministrazione di un induttore del CYP3A4 puo' ridurre il metabolismo della carbamazepina, determinando quindi un incremento dei livelli plasmatici di carbamazepina. La carbamazepina e' un potente induttore del CYP3A4 e di altri sistemi enzimatici epatici di fase I e II, e puo' pertanto, inducendone il metabolismo, ridurre le concentrazioni plasmatiche dei medicinali somministrati contemporaneamente che vengono metabolizzati principalmente dal CYP3A4. L'enzima microsomiale umano epossido-idrolasi e' stato identificato come l'enzima responsabile della formazione del 10,11-transdiolo, derivato di carbamazepina-10,11epossido. La somministrazione concomitante degli inibitori dell'enzima microsomiale umano epossido- idrolasi puo' determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di carbamazepina- 10,11-epossido. Carbamazepina induce vari trasportatori ed enzimi responsabili del metabolismo dei principi attivi, ad es. CYP3A, CYP2C8, 9 e 19, CYP2B6, UGT (glucuronidazione), e la proteina di trasporto glicoproteina-p (P-gp). Pertanto, il trattamento concomitante con carbamazepina puo' aumentare l'eliminazione di numerosi principi attivi il cui metabolismo e' catalizzato da questi enzimi. I livelli plasmatici di tali principi attivi possono quindi essere ridotti con un conseguente effetto ridotto o nullo. L'induzione della P-gp puo' determinare una riduzione dei livelli plasmatici e una minore distribuzione dei farmaci trasportati da questa proteina, ad es. digossina, fexofenadina, dabigatran, etexilato e sofosbuvir. L'effetto di induzione di carbamazepina raggiunge il suo massimo dopo circa 2 settimane di terapia e puo' persistere per almeno 2 settimane dopo l'interruzione del trattamento. Interazioni che determinano una controindicazione all'uso L'uso di carbamazepina e' controindicato in combinazione con gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO). Prima di usare carbamazepina la somministrazione degli IMAO deve essere interrotta per almeno 2 settimane o per un periodo superiore, se la condizione clinica lo consente (vedere le controindicazioni). Farmaci che possono aumentare i livelli plasmatici di carbamazepina: poiche' livelli plasmatici aumentati di carbamazepina possono causare reazioni avverse (ad es. capogiri, sonnolenza, atassia, diplopia), il dosaggio di carbamazepina deve essere aggiustato di conseguenza e/o i livelli plasmatici monitorati qualora vengano somministrati contemporaneamente i farmaci di seguito descritti. Analgesici, antinfiammatori: destropropossifene. Androgeni: danazolo. Antibiotici: antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina, claritromicina), ciprofloxacina. Antidepressivi: fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, trazodone. Antiepilettici: vigabatrin. Antimicotici: azoli (ad es. itraconazolo, ketoconazolo, fluconazolo, voriconazolo). Altri anticonvulsivanti possono essere raccomandati in pazienti in trattamento con voriconazolo o itraconazolo. Antistaminici: loratidina. Antipsicotici: olanzapina. Antitubercolotici: isoniazide. Antivirali: inibitori delle proteasi per il trattamento dell'HIV (ad es. ritonavir). Inibitori dell'anidrasi carbonica: acetazolamide. Farmaci cardiovascolari: diltiazem, verapamil. Farmaci gastrointestinali: probabilmente cimetidina, omeprazolo. Altre interazioni: succo di pompelmo, nicotinamide (solo ad alte dosi). Farmaci che possono aumentare i livelli plasmatici del metabolito attivo carbamazepina10,11-epossido: poiche' elevati livelli plasmatici di carbamazepina-10,11- epossido possono determinare reazioni avverse (come ad es. capogiri, sonnolenza, atassia, diplopia), il dosaggio di carbamazepina deve essere aggiustato di conseguenza e/o i livelli plasmatici monitorati quando questo medicinale viene somministrato in concomitanza con le sostanze sotto elencate: quetiapina, primidone, progabide, acido valproico, valnoctamide e valpromide. Farmaci che possono ridurre i livelli plasmatici di carbamazepina: Il dosaggio di carbamazepina potrebbe necessitare di un aggiustamento quando vengono somministrati contemporaneamente i farmaci di seguito descritti. Antiepilettici: oxcarbazepina, fenobarbitale, fenitoina (per evitare che si verifichino intossicazione da fenitoina e concentrazioni sub-terapeutiche di carbamazepina, si raccomanda di aggiustare la concentrazione plasmatica di fenitoina a 13 microgrammi/ml prima di aggiungere carbamazepina al trattamento) e fosfenitoina, primidone, e, sebbene i dati siano parzialmente contraddittori, probabilmente anche clonazepam. Antineoplastici: cisplatino o doxorubicina. Antitubercolotici: rifampicina. Broncodilatatori o anti-asmatici: teofillina, aminofillina. Farmaci dermatologici: isotretinoina. Altre interazioni : preparazioni a base di erbe che contengono l'erba di San Giovanni ( Hypericum perforatum ). A causa delle potenziali interazioni durante la terapia combinata dell'epilessia, i livelli plasmatici devono essere monitorati regolarmente e il dosaggio aggiustato di conseguenza, secondo necessita'. I parametri ematologici dei rispettivi livelli plasmatici possono variare da paziente a paziente e inoltre sono in genere bidirezionali. I livelli sierici di carbamazepina possono essere ridotti dalla somministrazione contemporanea di preparazioni a base di erba di San Giovanni ( Hypericum perforatum ). Cio' a seguito dell'induzione degli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci, che puo' persistere per almeno 2 settimane dopo l'interruzione del trattamento con prodotti a base di erba di San Giovanni. Se un paziente sta assumendo prodotti a base di erba di San Giovanni, i livelli sierici di carbamazepina devono essere monitorati e la terapia con prodotti a base di erba di San Giovanni deve essere interrotta. I livelli di carbamazepina possono aumentare con l'interruzione dell'assunzione dell'erba di San Giovanni. Il dosaggio di carbamazepina potrebbe necessitare di un aggiustamento.
POSOLOGIA
Prima di decidere di iniziare il trattamento, i pazienti di origine cinese di etnia Han o di origine tailandese devono, quando possibile, essere sottoposti a screening per HLA-B*1502 poiche' questo tipo di allele e' fortemente predittivo per il rischio di grave sindrome di StevensJohnson associata all'assunzione di carbamazepina (vedere informazioni sui test genetici e sulle reazioni cutanee al paragrafo 4.4). Posologia. Epilessia: la dose di carbamazepina deve essere regolata in base alle esigenze del singolo paziente in modo da raggiungere un adeguato controllo delle crisi. La determinazione delle concentrazioni plasmatiche puo' aiutare a trovare la posologia ottimale. Nel trattamento dell'epilessia, la dose di carbamazepina generalmente richiede che vengano raggiunte concentrazioni plasmatiche totali di carbamazepina di circa 4-12 microgrammi/ml (1750 micromoli/litro) (vedere "Avvertenze e precauzioni"). Adulti: si raccomanda, per tutte le formulazioni di carbamazepina, di usare uno schema di dosaggio ad aumento graduale che deve essere regolato in base alle esigenze del singolo paziente. Popolazioni speciali. Anziani (eta' uguale o superiore a 65 anni): a causa delle potenziali interazioni farmacologiche, nei pazienti anziani il dosaggio di carbamazepina deve essere individuato con cura. Bambini e adolescenti: si raccomanda, per tutte le formulazioni di carbamazepina, di usare uno schema di dosaggio ad aumento graduale che deve essere regolato in base alle esigenze del singolo paziente. Il dosaggio abituale giornaliero e' di 10-20 mg/kg di peso corporeo in diverse dosi separate. Fino a 5 anni: le compresse a rilascio prolungato di carbamazepina zentiva non sono raccomandate. 5-10 anni: 400-600 mg al giorno. 10-15 anni: 600-1000 mg. Eta' superiore a 15 anni: 800-1200 mg al giorno (stessa dose degli adulti). Dose massima raccomandata. Fino a 6 anni d'eta': 35 mg/kg/die. 6-15 anni d'eta': 1000 mg/die. Eta' superiore a 15 anni: 1200 mg/die (stessa dose degli adulti). Ove possibile, Carbamazepina Zentiva dovrebbe essere utilizzato come farmaco antiepilettico in monoterapia, ma se impiegato in politerapia, si consiglia lo stesso schema di dosaggio incrementale. Quando Carbamazepina Zentiva viene aggiunto ad una terapia antiepilettica preesistente, bisogna farlo gradualmente, mantenendo la terapia iniziale o aggiustando il dosaggio, ove necessario, degli altri antiepilettici (vedere paragrafo 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione"). Nevralgia del trigemino: la dose iniziale di 200-400 mg al giorno viene aumentata lentamente fino alla scomparsa della sintomatologia dolorosa (in genere 200 mg 3 o 4 volte al giorno). Nella maggior parte dei pazienti, un dosaggio di 200 mg 3 o 4 volte al giorno e' sufficiente per mantenere una condizione di assenza di dolore. In alcuni casi, possono essere necessarie dosi di 1600 mg di carbamazepina al giorno. Tuttavia, una volta scomparso il dolore, il dosaggio deve essere gradualmente ridotto fino a raggiungere la dose di mantenimento piu' bassa possibile. La dose massima raccomandata e' di 1200 mg/die. Una volta scomparso il dolore, si deve cercare di interrompere gradualmente la terapia, finche' non si presenta un nuovo attacco. Popolazioni speciali. Dosaggio in caso di nevralgia del trigemino: a causa delle interazioni farmacologiche e della differente farmacocinetica dei farmaci antiepilettici, nei pazienti anziani il dosaggio di carbamazepina deve essere individuato con cura. Nelle persone anziane, si raccomanda una dose iniziale di 100 mg due volte al giorno. La dose iniziale di 100 mg due volte al giorno deve essere aumentata lentamente giorno per giorno fino alla scomparsa della sintomatologia dolorosa (normalmente a 200 mg 3-4 volte al giorno). Il dosaggio deve essere quindi gradualmente ridotto fino a raggiungere la dose di mantenimento piu' bassa possibile. La dose massima raccomandata e' di 1200 mg/die. Una volta scomparso il dolore, si deve cercare di interrompere gradualmente la terapia, finche' non si presenta un nuovo attacco. Per la profilassi delle psicosi maniaco-depressive nei pazienti che non rispondono alla terapia con litio: una dose iniziale di 400 mg al giorno, in dosi frazionate, aumentata gradualmente fino a quando i sintomi non sono sotto controllo, oppure fino a raggiungere un totale di 1600 mg, in dosi frazionate. L'intervallo di dosaggio abituale e' 400-600 mg al giorno, somministrati in dosi separate. Popolazioni speciali. Compromissione renale/Compromissione epatica: non sono disponibili dati sulla farmacocinetica della carbamazepina nei pazienti con insufficienza renale o epatica. Modo di somministrazione: Carbamazepina Zentiva viene somministrata per via orale, in genere alla stessa dose giornaliera totale del dosaggio convenzionale di carbamazepina, ma solitamente in due dosi separate. In alcuni pazienti, quando si effettua il passaggio da altre forme di dosaggio orale di carbamazepina a Carbamazepina Zentiva, puo' essere necessario aumentare la dose totale giornaliera, specialmente se il farmaco viene utilizzato insieme ad altri farmaci. Quando si inizia il trattamento con Carbamazepina Zentiva in monoterapia, si raccomandano 100-200 mg una o due volte al giorno, che possono essere seguiti da un lento aumento del dosaggio fino ad ottenere la risposta ottimale, spesso 800-1200 mg al giorno. In alcuni casi, possono essere necessarie dosi di 1600 mg o anche 2000 mg al giorno. Le compresse devono essere assunte durante, dopo o tra i pasti con un bicchiere d'acqua. Le compresse a rilascio prolungato devono essere ingerite intere e non masticate o frantumate.
PRINCIPI ATTIVI
Ogni compressa rivestita contiene 400 mg di carbamazepina. Eccipiente con effetti noti: ogni compressa a rilascio prolungato contiene 60 mg di lattosio (come lattosio monoidrato). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

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